La storia
Nei primi anni Novanta la Villa viene affidata alle cure e alla gestione della signora Bianca dalle sorelle Gruber, Marta e Anna, figlie di Aurelia Benco e Carlo Gruber.
Nella famiglia Benco Gruber si raccolgono tre generazioni di intellettuali che tra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento hanno contribuito alla vita intellettuale triestina attraverso la letteratura: Silvio Benco (1874-1949), noto scrittore, giornalista e critico d’arte vissuto ai tempi della Trieste emporiale austriaca, e la moglie Delia de Zuccoli (1882-1949), scrittrice a sua volta, e “donna ricca di spirito e con quell’asprezza profumata di ginepro carsolino” [cit. Giani Stuparich]; Aurelia Benco, loro figlia, sposata Gruber (1905-1995), vivace intellettuale della Trieste del Ventesimo secolo insolitamente dedita allo studio delle scienze agrarie applicate; le due figlie di Aurelia, Anna Gruber (1929-2000), professionista del campo cinematografico, sceneggiatrice e fondatrice di una Scuola Sperimentale a Trieste, e Marta, la secondogenita, ultima erede del patrimonio famigliare Benco-Gruber, donato ai Civici Musei Cittadini di Trieste, affinché diventi testimonianza della vita della città.
Tre generazioni di donne forti e determinate, che hanno trasmesso un immaginario testimone alla signora Bianca, oggi “custode” della Villa e del patrimonio culturale in essa racchiuso.